sabato 21 maggio 2011

Il cuculo.

   Il cuculo è un uccello migratore, sverna nell'Africa tropicale e meridionale, ed è diffuso in tutta Europa, in Asia e quasi in tutta l'Africa.
   Ha una lunghezza di 33 cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le sue parti inferiori sono bianche con barre.
   Questo uccello abita le foreste miste luminose dove abbonda il sottobosco. Ha un volo diritto con rapide battute; prima di posarsi, su alberi e rocce, plana.
   Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.
   I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui. Infatti la femmina colloca da maggio a luglio un uovo per volta nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), a giorni alterni poiché ciascun individuo è parassita di una sola specie.
Le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova (di colore variabile dal bluastro al verdastro, con maculazioni varie) che si schiudono dopo 12 giorni e mezzo.
   I giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall'istinto naturale.
   I cuculi prendono nome dal loro grido inconfondibile con cui annunciano il loro arrivo in primavera. In realtà, solo il maschio lo emette, mentre la femmina ha una lunga nota gorgogliante.  


   L'arrivo del cuculo dalla migrazione invernale era una data importante, sulla quale, nelle campagne, ci si basava per programmare molte operazioni agricole. A Bologna si diceva che "Quando canta il cuculo, c'è da fare per tutti", cioè iniziano i lavori agricoli. L'arrivo di questo uccello era previsto per i primi giorni d'aprile, e quando tardava ci si preoccupava: "Il due o il tre d'aprile, il cuculo ha da venire. L'otto, se non è venuto, o che è morto, o che è cotto".
   Questo volatile è un gran chiacchierone: il maschio, una volta stabilitosi in un certo territorio, trascorre, ad esempio, ore e ore a ripetere incessantemente il suo cu-cù (da cui anche il nome).

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